di Maria Righi
Questa volta, mi sono detta, mi scriverò le varie espressioni che i cronisti italiani usano nel commentare l’incontro. Ultimamente, e l’Europeo 20-21 sarà ancora lungo, avevo assaporato un clima sereno.
Ecco le parole:
Il signor arbitro
La collaborazione del tecnico
Il collega che conduce la radiocronaca
Qualificarsi
Il portiere del Galles è stato… bravo
Egoista l’italiano in questa circostanza
C’è l’errore degli italiani
Apprezzando la cifra tecnica dei nostri avversari
Si scorge la convinzione
I difensori del Galles
In vantaggio la nostra nazionale
Chi ha giocato di meno
Abbiamo riassunto anzi hanno riassunto gli altri
I tifosi del Galles affermano che il giudizio dell’arbitro a favore dell’Italia è giusto
Poca lucidità nei nostri
Si va duri sul pallone (e non sugli avversari)
Unità di intenti
Compattezza di giocatori e staff tecnico
Queste parole, giudizi e toni di voce, ci parlano dunque di un incontro e non di uno scontro e sempre di un noi senza l’io che prevalga.
Nessuna violenza compare nelle espressioni, ma si mostra serenamente vicinanza ai calciatori perché “con loro c’è tutta l’Italia”.
Si può pensare, e senz’altro lo è, ad un modo di esprimersi sportivamente corretto.
Sono riandata però anche a 2000 anni di Cristianesimo, che certamente hanno lasciato una cifra di rispetto, correttezza, serena competizione che portano con sè ancora più divertimento e allegria.
All’inizio di questa partita c’è stato un gesto insolito per me, ma non solo, deciso dall’organizzazione di quest’Europeo. I giocatori tutti si sono inginocchiati esprimendo così il loro sì contro ogni forma di discriminazione razziale.ù
L’uomo (e la donna) si inginocchiano quando il valore proposto è molto più alto del proprio io.
Avanti tutta magari anche con Italia-Austria.